Non finisce mai
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Sabrina ha la rara capacità di tenere il lettore incollato alla pagina e di condurlo per mano verso la fine con la sensazione di non averne mai abbastanza. Un libro indimenticabile.
Rise Up Phoenix
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I absolutely LOVE this book. Beautifully written to take you onto the shoes of a wonderful and inspirational women. It speaks a truth of emotions I have felt in my life but could never speak to another human being. Thank You!
Il viaggio della fenice
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[...] un libro che mi ha completamente rapito, io che sono un mediocre e distratto lettore, l'ho terminato in due giorni...mi isolavo completamente mentre lo leggevo, escludendo tutto ciò che accadeva intorno a me...
Non finisce mai
– Non finisce mai –
giugno 2024
Helicon Edizioni
224 pagine
Dopo lo stupro e la tortura il marchio è perenne. Un segno distintivo che da un lato ti legittima come sopravvissuto/a a lottare per ottenere giustizia e riparazione, dall'altro lato fa di te una vittima. Un essere vulnerabile, facile da giudicare e condannare, insultare e che merita o l'indifferenza o la disapprovazione.
"Non finisce mai" parla di donne. Di quanto sia difficile e precaria la vita in alcuni paesi del mondo. Di quanta forza serva, sempre e ovunque, per affrontare gli interrogatori e i processi, provando a resistere. Osando andare avanti.
Sabrina Prioli parla per sé, ma parla anche da un punto di vista più universale e sociologico, rispondendo alle domande che le sono state poste sugli sviluppi e sul dopo. Parla di perdono, di tempo, e di fatica.
Parla dei muri, del silenzio dei media e delle istituzioni, e racconta il suo caso: sette anni di lotta, quasi sempre sola contro un intero governo (quello del Sud Sudan), un primo libro auto-pubblicato, migliaia di ore e decine e decine di migliaia di euro spesi, e in ogni pagina ci fa sentire lo stigma: il peso di un evento incancellabile che, se ti lascia viva, non finisce mai.
Il viaggio della fenice
Nel memoir Il viaggio della Fenice, l'international Aid Worker Sabrina Prioli racconta la sua discesa in diversi gironi infernali: dal terremoto che ha devastato l'Aquila, sua città natale, passando per il Sud America, Prioli arriva in Sud Sudan in piena guerra civile. Il compound in cui lavora viene attaccato, e lei - come altre colleghe - più volte stuprata.
Sopravvive, Sabrina, e si rialza come la Fenice, trovando il coraggio di reagire per farsi portavoce di ogni vittima, a partire da quelle che a differenza sua non hanno il privilegio di essere nate nella cosiddetto "mondo civile".
Rilascia interviste ai giornali di mezzo mondo, alza la voce e batte i pugni.
Sabrina denuncia e torna in Sud Sudan, guardando in faccia i suoi aguzzini, indicandoli uno per uno, in un drammatico - quanto avvincente - epilogo giudiziario.
Anni dopo, decide di scrivere un libro (questo) sia per ritrovare il senso di esistere che le era stato strappato sul pavimento di quel maledetto compound, sia per raccontarci che per quanto sia orribile l'inferno che ognuna di noi vive, abbiamo comunque la possibilità di risorgere.