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  • Roberta Giulia

FEDE E FANATISMO


Sette e venti. Capito su un video condiviso da un amico**, tre persone in un talk show americano, sulla Fox: il presentatore, una biondina col cerchietto e un comico.

La biondina ha l’atteggiamento composto, compiacente e giusto un filo contrito di una che riesce a dirti cose tremende mantenendo il suo sorriso onnisciente e comprensivo, quello di chi capisce come gira il mondo e vorrebbe aiutare anche a te a capirlo. Il comico è serio. Sulle prime, ribatte appena, incredulo. Alla fine sbrocca e la manda a spigare.

La tesi** della biondina non è tanto importante in sé, ma per quello che rappresenta, ovvero il più esteso affinity group del pianeta, quello dei predicatori. La biondina è una predicatrice: una che sa e che si sente in dovere di diffondere quello che sa per tutti quelli che, poverini, ancora non sanno. Nemmeno il fatto che quello che sa, che lei è davvero convinta di sapere, sia sensato o meno, è rilevante.

Non conta. Ciò che conta è che la biondina sia lo specchio dell’umanità per come la vedo oggi: un gregge di milioni di predicatori, clusterizzati in branchi con etichette diverse ma fini e approcci identici.

I predicatori religiosi, come lei, che credono, e credendo si sentono in dovere di diffondere il loro verbo e la loro chiesa per salvare il mondo. I predicatori politici. I predicatori della scienza, quelli della controinformazione, quelli dei complotti, quelli del denaro, quelli del lavoro, quelli della cultura, quelli del marketing. I predicatori della letteratura, della scrittura, della lettura. Quelli dello sport: i fanatici della corsa, della bici, del biathlon, del cross-fit; quelli della dieta a zona, fast, Ducan e paleo. Quelli dell’amore, dell’atteggiamento zen, del perdono anche per pedofili e pluriomicidi. Quelli della famiglia, quelli pro-vax, quelli anti. Quelli che si battono per i diritti dei gay, quelli che si dannano perché i gay non ne abbiano.

Quelli che si infilano nel verbo essere e dicono che loro sono qualcosa, qualsiasi cosa.

Ecco, questi: sono questi che mi fanno schifo, e un po’ paura.

Sono quelli che mi fanno passare la voglia di andare a teatro, o ai reading, perché di me non si possa mai dire che sono una che va a teatro o ai reading.

Li guardo come guarderei un documentario sugli animali selvatici.

Li guardo tutti.

Li ascolto e sento il marchio che si sono cuciti addosso, anestetizzati dalla fede specifica in cui si sono infilati.

Ogni cluster ha un modo specifico per comunicare, usa parole specifiche, approcci e gerghi specifici dell’appartenenza al clan. Ogni cluster ha una e una sola verità. Quasi mai prove. Solo certezze incrollabili davanti alle quali non c’è bisogno di fondamento, o fonti, ma solo di fede e fanatismo.

Ecco.

Alla domanda di un sondaggio di un altro cluster, o chiesa***

"Qual è l’invenzione peggiore per l’umanità?" [A) denaro; B) religione; C) armi nucleari; D) confini], oggi ho voglia di rispondere F: fede e fanatismo.

 

* L'amico, nonché gran penna, è Ferdinando Dagostino.

*** Anonymous

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