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  • Roberta Giulia

La ripetitività del pensiero mang-unghiano e le cimici che per fortuna resistono


DA E PER IL SALTODIRODI.COM (uno dei blog preferiti dal fantasma-madre)

RIASSUNTO

QUI SI LEGGERÀ DI “TATUAGGI DEI MAFIOSI RUSSI COME NARRAZIONE GALEOTTA, DELLE API STANNO MORENDO MA PER FORTUNA LE CIMICI RESISTONO; DELLA POLITICA SOCIALE DEL PRESIDENTE UZBEKO” MA PRIMA DI ARRIVARCI PARLEREMO DI MONOMANIACI, NERD E ALTRI SFIGATI, TOCCHEREMO IL TEMA DEL CLAN, TORNEREMO INDIETRO DIECIMILA ANNI DI QUA E DI LÀ DA UN FIUME PER POI RITROVARCI TUTTI, MA PROPRIO TUTTI-TUTTI, UNGO-MANGHIANI FINO AL MIDOLLO. E RIPETITIVI. PROPRIO COME CHI SCRIVE.

PREMESSE

Nel ricevere il post precedente a questo, la redazione di HR mi scrive: […] «prima o poi dovrai cercare di cambiare un pochino temi e argomenti… Che ne so? I tatuaggi dei mafiosi russi come narrazione galeotta; Le api stanno morendo ma per fortuna le cimici resistono; La politica sociale del presidente Uzbeko…» Il sub-messaggio che mi arriva dice: basta scrivere di libri, librai, librerie, lettori e letture. Sei noiosa, soprattutto ripetitiva. Io annuisco e torno al lavoro accantonando il pensiero nello scaffale CPPT (1) del mio archivio neurale. Sub-premettendo che non ci sono, al momento, evidenze/prove/dati significativi su come sia davvero organizzato un archivio mnemonico, ci tengo a precisare che io mi sforzo di far funzionare il mio con il metodo FIFO (First In First Out: ovvero il primo pensiero che entra è il primo che esce per essere rielaborato e archiviato) ma la verità è che va avanti a LIFO (2). In pratica sto lavorando all’editing di un testo sul sovraindebitamento scritto da un avvocato mentre una notifica mi avvisa della mail di HR.

Secondo il metodo FIFO dovrei andare avanti a verificare i dati sul numero delle esecuzioni forzate degli ultimi 3 anni, giusto? Peccato che i miei neuroni entrino in modalità LIFO, accendano gli allarmi silenziosi e poi inizino a fare su e giù borbottando tra loro. Poiché borbottano e per di più lo fanno con un linguaggio che (forse) piacerebbe a Bob e Alice (i due bot di Facebook che nel 2017 hanno iniziato a parlare da soli senza che nessun altro potesse capirli e quindi scatenando un putiferio di reazioni contro lo strapotere dell’intelligenza artificiale e le sue minacce che – bla bla bla – ecco perché distruggeranno il mondo e bla bla bla) io non è capisca proprio tutto-tutto, ma qualcosa colgo, tra cui, un paio di aggettivi come “noiosa” e “ripetitiva” che – pensa un po! – si ripetono. Lo spirito del tizio in bandana alle mie spalle esce subito dal muro e va a parlare con i miei neuroni.

Alla fine della premessa, passiamo al post e rispondiamo all together alla domanda:

“Sei ripetitiva?” Risposta: eccome. Vediamo perché.

Il sostantivo italiano per gli individui che come me fanno un lavoro del quale si nutrono e con il quale frantumano gli zebedei alla galassia intera è monomaniaco. Sempre in italiano, l’aggettivo con cui accompagnare il sostantivo è sfigato (di suo, senza virgolette, nove volte su dieci). In alternativa alla combo ‘monomaniaco sfigato’ possiamo usare “nerd”.

È un nerd, o monomaniaco sfigato – da ora innanzi per brevità MS – il commercialista che ammorba il suo universo con gli indici di bilancio; il cheffo (“ch” morbido perché crasi tra chef e ceffo) che parla solo di cucina molecolare, sacchetti di plastica, burro di malga e slow cooking theory. Sono MS gli infermieri, i chirurghi, i massaggiatori. I politicanti in parlamento, quelli in piazza, al bar e in tabaccheria. Gli sportivi da divano e quelli con il contapassi infilato su per il colon; i runner, i tennisti, quelli che fanno kite, i campeggiatori con le canadesi sul tetto della Mini e quelli con il Tuareg da desert storm. Sono MS gli intellettuali-tutto-spirito tanto quanto i palestrati-solo-carne-tatuaggi-tribali-e-anabolizzanti. I credenti, i fanatici, i feticisti. Sono MS i nutrizionisti, i salutisti, i malati, i moribondi, i sopravvissuti (a una malattia, un fallimento, un incidente in auto/moto/aeroplanino). Lo sono i ricchi (di conti correnti quanto di pensiero) e lo sono i poveri (di spirito e di tasca). Lo sono i musicisti. Sempre. I pittori, i galleristi, i collezionisti, i flipper. Sono monomaniaci i chimici per i quali il mondo è solo chimica, così come per i biologi, i matematici, i fisici, gli astronomi, i maghi, gli illusionisti, i mentalisti, i pubblicitari estinti. I filologi, che sono anziani ma resistono. I dantisti. I critici. I comitati di qualsivoglia natura e specie, come singoli quasi più che come corpus. Sono nerd, monomaniaci sfigati, tanto i materialoni quanto gli intellettuali, solo che i secondi lo sanno. E poi escono un po’ meno.

...

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